Pubblicato da paper blog - Magazine Cultura
09 novembre 2010
Scritto da Alboino

 


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Marco Glaviano Ashley Richardson (St Barth), 1984

Avessi avuto più tempo a disposizione e soprattutto una maggiore disponibilità economica, sarei stato certamente a Milano nel mese scorso per visitare la personale dedicata al fotografo siciliano Marco Glaviano. Fortunatamente ci sono i cataloghi e avendo per compagna una che di fotografia è veramente appassionata ho avuto modo di guardare “Jazz & Models” (questo il titolo della mostra) e apprezzare l’arte del siciliano emigrato in America e che lì ha fatto fortuna potendo esprimersi come meglio voleva.

 

Glaviano è considerato uno dei fotografi “top” della moda internazionale e fino ad oggi ammetto che di lui ricordavo immagini in cui i nudi delle modelle erano sorprendentemente fascinosi. Ora invece so che Glaviano non ha fotografato solo gambe chilometriche e seni prorompenti, ma da appassionato di jazz fin da ragazzo ne era innamorato e che da sempre aveva intenzione di farne un libro sulle icone di questo genere. Purtroppo si sa che l’arte è avanguardia e che non trova mai il tempo giusto per esprimersi e così quando Glaviano si rivolse ad un editore per un libro fotografico sui maestri del jazz la risposta fu eloquente: “A chi vuoi interessi mai una raccolta di ritratti di vecchi negri?”. Ecco quella raccolta è stata esposta a Palazzo Morando a Milano fino a ieri e aveva appunto per titolo “Jazz & Models”, da qui poi lo splendido volume che ho ancora tra le mani dove si possono ammirare centotrenta fotografie, la maggior parte delle quali in bianco e nero sulle due principali passioni di questo fotografo: le modelle e il jazz. 

 

Ci sono ritratti di miti indimenticabili come quello del trombettista Dizzy Gillespie che mordicchia divertito il sigaro toscano; B.B. King e la sua chitarra, Elvin Jones il batterista che è ritratto nel modo più emblematico delle icone jazz: bocca tirata, catenone d’oro al collo e sudore sulla fronte; così come altro elemento iconico del jazz l’anello grande quando una casa lo si trova all’anulare di Jimmy Heat, ci sono poi gli occhiali scuri di Sonny Rollins, i denti bianchissimi di Richard Davis nonché una delle più belle fotografi di genere jazz: ilo tormento atavico di Chet Baker. Alternate a queste figure mitiche della musica jazz ci sono poi tutta una serie di modelle fra le più conosciute che gli anni ottanta e novanta ci hanno proposto, in pose artistiche dove esprimono il massimo dell’eros: Cindy Crawford, Eva Herzigova, Joan Severance, Julie Anderson. 

 

Deve essere stata una personale veramente interessante quella di Glaviano soprattutto per i ritratti jazz così definiti dallo stesso autore: “Non c’è niente da fare, hanno una marcia in più un rapporto speciale con il mondo. Guardali negli occhi, lucidi tra la pelle di elefante, questi miti del genere: sono esseri senza cattiveria dentro, gli si legge la vita nelle facce” e così è per le modelle che confessa lo stesso fotografo. “E che tutte queste mie foto, a pensarci bene, sono state fatte ascoltando jazz”.

Marco Glaviano Julie Anderson, Miami 1992

Marco Glaviano Chet Baker (Pescara, Italy) 1975

Marco Glaviano Joan Severance, New York 1995

Marco Glaviano Eva Herzigova, St. Barth 1993

Marco Glaviano Jon Faddis, New York, 1978

Marco Glaviano Eleonora Abbagnato (St Barth), 2004

Marco Glaviano Dizzie Gillespie, New York, 1978

Marco Glaviano Cindy Crawford (St Barth)

Marco Glaviano B.B. King, New York, 1992

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